Sorta tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C. ai piedi di una collina dominata da una imponente rupe calcarea, la villa romana di San Leonardo occupa un punto strategico del territorio salernitano, a controllo di un ampio tratto di pianura costiera affacciato sul golfo. Grazie alla sua posizione privilegiata, in questo complesso ben si coniugano le caratteristiche della villa rustica di età romana con quelle della residenza d’otium, in cui poter trascorrere il tempo libero godendo della vicinanza con il mare e del clima particolarmente salubre.
Inizialmente la villa è caratterizzata dalla presenza di un ampio giardino-ninfeo, delimitato su un lato da un muro perimetrale con nicchie intonacate di rosso, collegate a un impianto di canalizzazione e distribuzione delle acque convogliato in una fontana monumentale con giochi d’acqua dal forte impatto scenografico. Quando, nel corso del I secolo d.C., probabilmente in seguito a un terremoto, il complesso subì forti danni strutturali, l’area del giardino divenne un deposito di dolia, grandi vasi di terracotta destinati alla conservazione di derrate alimentari, alcuni dei quali ancora visibili. Nel giardino venne, inoltre, installata una fornace per la produzione di mattoni utilizzati per il restauro della villa. I lavori dovevano essere ancora in corso quando nel 79 d.C. la struttura fu colpita dall’eruzione del Vesuvio, che ne causò il definitivo abbandono.
Una parziale rioccupazione degli spazi abitativi della villa avvenne soltanto in età tardo antica, tra il V e il VI secolo d.C., mentre dal VII secolo l’area venne destinata a sepolcreto di un villaggio vicino.
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